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Il private equity in Asia: le aspettative per il futuro

Nonostante la contrazione, verificatasi negli ultimi due anni, nel numero di transazioni nel settore private equity nella regione Asia Pacific, molti esperti intravedono ancora prospettive di crescita interessanti nel lungo periodo per quest’area geografica, con rendimenti potenzialmente importanti qualora gli investitori, nelle loro operazioni, tengano in considerazione gli scorsi trend dell’industria e decidano di assumere posizioni di taglio più strategico e meno speculativo.

Negli ultimi due anni in effetti, il valore totale delle transazioni nel settore private equity nell’Asia Pacific è calato significativamente, passando da 63 miliardi di USD nel 2011, a 55 miliardi di USD nel 2012, e infine attestandosi sui “soli” 45 miliardi di USD nel 2013. La ragione di questa significante riduzione degli investimenti nel private equity nella regione è stata principalmente ricondotta al recente e generale rallentamento della crescita economica dell’intera area Asia Pacific, che ha lasciato molti fondi d’investimento a lottare per mantenere le promesse fatte durante il 2011, anno del boom del private equity, e anno nel quale gli investitori entrarono con entusiasmo in questo mercato con la speranza di sfruttare la crescita economica a due cifre della regione.

 

Addirittura, alcune società di private equity hanno trovato alcune difficoltà in uscita dal mercato della regione, costringendo molti investitori a ridurre nuovi impegni finanziari nell’attesa della scadenza delle posizioni già aperte.

 

Tuttavia, uno sguardo più attento delle statistiche permette di essere più ottimisti sul futuro del private equity nell’Asia Pacific. Un rapporto di Bain & Company infatti, suggerisce che il 2014 sia l’anno di svolta per il settore in questione, in quanto le transazioni al suo interno sono ormai ottimizzate, e lo stesso è maturato in termini di struttura.

 

Anche le acquisizioni stanno diventando un fenomeno diffuso nei paesi emergenti, giacché permettono un controllo più profondo ed effettivo sugli asset. Questo cambio di rotta, che ha visto il passaggio da acquisizioni di pacchetti azionari di minoranza verso l’ottenimento di quote di controllo, si è rivelato particolarmente incisivo in Cina, e la tendenza a propendere verso questo tipo di assetto societario dovrebbe continuare nel futuro.

 

Inoltre, le società di private equity non mancano di capitale. Al momento si stima infatti che dispongano in portafoglio di liquidità per oltre 138 miliardi di USD. Nel primo quadrimestre del 2014, parte di questo capitale è già stato investito in operazioni che hanno raggiunto un valore pari alla metà di tutte le transazioni effettuate nel 2013.

 

Con un inizio così incoraggiante, le previsioni per il settore del private equity nell’Asia Pacific non possono che essere favorevoli, con outlook di crescita a lungo termine che restano elevati. L’Economist Intelligence Unit stima che la regione controllerà circa il 45 per cento del PIL mondiale entro il 2030, rispetto al 26 per cento del 2000. Questa crescita sarà anche alimentata dal costante sviluppo del consumo interno della Regione.

 

Ci sono tuttavia alcune insidie che minacciano il settore del private equity. Infatti, il processo di disinvestimento rimane ancora un punto dolente ed alcuni fondi d’investimento continuano la loro lotta nel ridurre le posizioni poco performanti dei loro portafogli. Questo ha portato gli stessi investitori a predisporre exit strategies dettagliate con riferimento ai loro futuri investimenti.

 

Il rapporto di Bain & Company enuclea inoltre alcuni pilastri fondamentali per il successo delle società di private equity nella regione Asia Pacific. Innanzitutto, queste devono stabilire e mantenere una ramificata rete di contatti in grado di fornire loro notizie e avvertimenti in merito a opportunità di mercato. In secondo luogo, devono riconsiderare le pratiche di Due Diligence utilizzate, parametrandole su idee di investimento chiare, affinché ogni operazione si attenga a predeterminati principi e regole. Infine, ogni investimento deve prevedere una chiara exit strategy, con piani d’aggiustamento in caso di volatilità del mercato.

 

Mentre il futuro del private equity rimane per molti incerto, il report pubblicato da Bain & Company disegna un ritratto piuttosto positivo. Gli autori ritengono che, dopo il calo degli ultimi due anni, un punto di svolta potrebbe esser stato raggiunto e che il settore sia pronto per guidare la crescita economica dell’Asia Pacific nel prossimo futuro.

 

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