Uno studio pubblicato recentemente, International Comparison Program della Banca Mondiale (ICP), ha pronosticato che l’economia cinese sorpasserà con molta probabilità quella statunitense entro la fine dell’anno in corso.
Questa previsione si basa su dati che tengono conto del potere di acquisto equivalente (Purchasing Power Parity – PPP) e dati relativi al PIL non nominale. La scoperta è arrivata dopo aver aggiornato, per ciascuna economia, i dati PPP per la prima volta dal 2005. Dai risultati è possibile evincere che il flusso di ricchezza scorre in direzione dei Paesi in via di sviluppo in maniera inaspettata.
L’ ICP ha rilevato che, nel 2011, il PIL della Cina era pari all’87 per cento del PIL degli Stati Uniti. (il PIL della Cina, al netto del PPP è stato di US$13.500 miliardi; il PIL degli Stati Uniti è stato di US$15.500 miliardi) Nella relazione del 2005, il PIL della Cina era solo il 43 per cento del PIL degli Stati Uniti.
La misurazione del PIL attraverso il PPP poiché elimina le problematiche legate alla volatilità dei tassi di cambio e permette un confronto più chiaro tra i diversi tenori di vita in ciascun Paese. Pertanto, sebbene la Cina ha registri ancora un PIL nominalmente più basso, il la valutazione effettuata dall’ICP riflette ciò che i soggetti possono permettersi di acquistare nelle rispettive economie.
In termini nominali, il PIL degli Stati Uniti è pari a US$16.200 miliardi mentre il PIL della Cina è stato US$8.300 miliardi dollari nel 2012, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Tuttavia, la Cina ha quasi raggiunto gli Stati Uniti in termini di consumo interno. Considerando che il PIL cinese è cresciuto del 24 per cento tra il 2011 e il 2014 e il PIL degli Stati Uniti del 7,5 per cento nello stesso periodo, la Cina supererà gli Stati Uniti entro la fine di quest’anno – per la prima volta dal 1872, il mondo avrà così una nuova economia in cima alla classifica mondiale .
Il FMI e la stessa Cina prevedono che il PIL nominale del Regno di Mezzo supererà quello statunitense nel 2019.
La relazione ha rivelato che la Cina ha avuto, a livello mondiale, la quota maggiore di spese per investimenti, pari al 27 per cento. Questi livelli di spesa sono molto superiori rispetto a quelli degli Stati Uniti, fermi al 13 per cento della spesa di investimento globale. Segue l’India con il sette per cento e l’Indonesia con il tre per cento delle spese di investimento a livello globale nel 2011. Combinate, Cina e India rappresentano circa l’80 per cento delle spese di investimento nella sola regione dell’Asia-Pacific.
La regione ASEAN nel 2011 registrava un PIL (PPP) pari a US$5.200 miliardi nel 2011, circa il 5,8 per cento del PIL mondiale. Tra i Paesi di tale blocco economico, l’Indonesia ha il più alto PIL con US$2.100 miliardi in termini di PPP secondo il rapporto ICP. Ciò, a fronte di un PIL nominale di US$846 miliardi, mostra una grande differenza tra il PIL nominale e il PIL aggiustato per PPP in Indonesia. La differenza proporzionale tra PIL a PPP e il PIL nominale è simile negli altri paesi dell’ASEAN – ad esempio, il PIL della Tailandia basato sul PPP è di US$899 miliardi e il suo PIL sulla base del tasso di cambio è di US$364,7 miliardi. Questi risultati suggeriscono che il livello di attività economica in questa regione è superiore rispetto a quanto indicato nei precedenti studi.
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